1976 – Le militesse autiste, prime in Italia

Gli anni ’70 sono stati un decennio di libertà, di trasgressione, di lotte politiche, di conquiste sociali in tutti i campi. Anni che videro la nascita di innovazioni rivoluzionarie, proiettate verso un futuro che si preannunciava roseo. Esplosero la creatività e la voglia di progresso a tutti i costi. L’avanzare della tecnologia e l’influenza dei media crearono i presupposti per una crescita del livello culturale del Paese. Le radio libere conobbero un vero e proprio boom di ascolti e consensi, favorendo il dibattito e l’informazione sociale.

Le grandi trasformazioni degli anni ‘70 vedono quindi l’Italia maturare un assetto sociale completamente nuovo. Le donne acquistano maggiore consapevolezza di sé stesse e si esprimono più liberamente nella società e nei costumi, complice anche la nascita, verso la fine del 1970, del movimento di liberazione della donna.

L’onda di questo cambiamento arrivò inesorabile anche nei regolamenti e nell’organizzazione della Croce Verde A.P.M. Nell’ordine del giorno della Riunione del Consiglio Direttivo convocato il 22 aprile 1976 alle ore 21.00, Presidente Gian Mario Ferrari, troviamo infatti al punto 6 il seguente argomento da trattare: ”Autorizzazione, per le militesse allo scopo abilitate, ad effettuare la guida d’ambulanza ed il servizio notturno di centralino”. La richiesta, che certamente proveniva dal corpo militi, fu trattata probabilmente con qualche difficoltà, perchè fra i consiglieri presenti non fu raggiunta l’unanimità, in quanto nel verbale leggiamo che “Il Consiglio, a maggioranza, autorizza le militesse allo scopo abilitate ad effettuare la guida ed il servizio notturno di centralino, raccomandando particolare cura nell’istruzione e nell’accertamento delle doti e delle capacità”.

La decisione, che oggi può forse farci sorridere, non era per nulla scontata, e seguiva di non molti anni la decisione di consentire alle militesse di uscire in servizio. Il servizio volontario in Croce Verde A.P.M. era stato per molti anni una prerogativa maschile, ed a maggior ragione consentire alle militesse la permanenza notturna al centralino e soprattutto la guida delle ambulanze creò sicuramente qualche mal di pancia, specialmente nei militi più anziani.

Iniziarono quindi immediatamente “l’istruzione e l’accertamento delle doti e delle capacità” che si conclusero nel novembre del 1976, quando il Giorno ed il Corriere della Sera riportarono per primo la notizia della nomina delle prime due militesse autiste, Maria Cristina Boriosi e Gabriella Lombardo.

“Sono forse le prime due donne ad aver conquistato in Italia il volante di un’ambulanza – scrive il Corriere – le loro prestazioni sono eccellenti e i loro superiori sono più che soddisfatti. I colleghi, dapprima perplessi, hanno dovuto arrendersi davanti all’evidenza de fatti”.

Nelle settimane e nei mesi successivi la notizia viene riportata con risalto anche da altri quotidiani. In un articolo dal titolo “Le ragazze con la sirena” Maria Cristina disse che “…all’inizio come sempre succede erano in molti a prendermi in giro, a  fare dello spirito da quattro soldi, tirando fuori tutti i luoghi comuni possibili ed immaginabili sulle donne”. Gabriella disse che le era sembrato naturale “…appena è stato possibile, guidare un’ambulanza, il compito più faticoso e delicato che possa essere affidato a un milite volontario… ho accettato con entusiasmo”.

Ritroviamo l’argomento “militesse autiste” anche nel verbale del Consiglio Direttivo del 24 novembre 1976, nel quale leggiamo che “…Il Dott. Scotti, consigliere delegato alle relazioni sociali, riferisce sulla trasmissione di Tele Alto Milanese, nella quale sono comparse due militesse autiste ed il Comandante Biganzoli. Due agenzie giornalistiche sono interessate a fare un servizio sulla Croce Verde, chiedendone l’esclusiva. Questa sarebbe stata concessa a condizione che l’articolo sia preventivamente sottoposto alla approvazione della Croce Verde, avendo il sospetto che si voglia trattare maggiormente delle militesse autiste che non della Croce Verde in sé stessa, per una certa posizione femminista di interesse”.

Il Dott. Scotti riferì anche che “…si potrebbe arrivare a che la Domenica del Corriere pubblichi qualcosa e data l’importanza della rivista ciò potrebbe essere di giovamento e veicolo adatto anche per altri fini”.

Cosa che puntualmente avvenne poche settimane dopo : un lungo articolo sulla Domenica del Corriere a firma di Olga Tedeschi, sotto il titolo “Gli angeli del Pronto Soccorso – per la prima volta due ragazze guidano l’ambulanza”. raccontava nei dettagli la storia di Maria Cristina e Gabriella, evitando però accuratamente di nominare anche solo per una volta la Croce Verde A.P.M. di Milano, l’Associazione che a 77 anni dalla sua fondazione aveva infranto, prima in Italia, una consuetudine che non aveva più alcuna ragione d’esistere.

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