1945 – La Rinascita

Il Decreto n. 84 del 12 febbraio 1930 del Governo Fascista aveva sciolto la Croce Verde A.P.M. e tutte le altre Società di Pubblica Assistenza, obbligandole a cedere il loro patrimonio alla Croce Rossa. Erano iniziati così lunghi anni di silenzio e di oblìo. Già nel 1944, sotto il governo della Repubblica Sociale italiana, Aldo Vignolo, che era stato Segretario Generale della Croce Verde, si era dato da fare per ricostruire l’Associazione, ed aveva portato avanti ricerche di appoggio finanziario e morale con il Podestà e Prefetto Parini, ma senza risultati concreti, dato il terribile momento storico.

I bombardamenti alleati avevano distrutto circa il 30-35% degli edifici, Milano all’arrivo degli alleati era stremata.

Un primo incontro di vecchi soci avvenne alla fine di aprile del 1945, all’indomani della Liberazione, nei locali della tipografia Amabile. Da un vecchio armadio ricomparve una vecchia bandiera gelosamente conservata e le cornici contenenti i diplomi delle medaglie al Valor Civile e per il Terremoto Calabro Siculo, oltre a bracciali ingialliti, distintivi, vecchi statuti e regolamenti.

Il 22 maggio 1945, nello Studio dell’Avv. Nello Venanzi, in corso Monforte 26, si ritrovarono dieci vecchi soci: alcuni erano membri dell’Antico Consiglio Direttivo, altri anziani graduati superiori del Corpo Militi.

Ecco i loro nomi e ciò che ad oggi siamo riusciti a ricostruire su di loro:

CATTANEO PIO, pensionato, nato a Milano, domiciliato a Milano in Piazza Emilia 1, ex funzionario comunale, in Croce Verde A.P.M. economo e cassiere nel 1921 e consigliere nel 1925.
GHIDOLI MARIO, commerciante, nato a Milano, domiciliato a Milano in Piazza Fontana 2, titolare dell’omonimo negozio di telerie;
LIMITO ERCOLE, agente di cambio, nato a Lecco, domiciliato a Milano in via E.Besana 8. Già dirigente della Banca Ponti, consigliere della Croce Verde nel 1916;
MAGGI GIUSEPPE, pensionato, nato a Milano, domiciliato a Milano in via Bellini 11;
MARCHINI LUIGI, agente di commercio, nato a Milano, domiciliato in Via Ercole Ferrario 3. Verrà nominato Comandante Corpo Militi dopo la rinascita;
MIRABELLI EGIDIO, non abbiamo altre notizie;
OLIVETTI ENRICO, commerciante, nato a Vercelli, domiciliato a Milano Via Morgagni 20. Nel 1919 era stato presidente della Sezione di Lambrate della Croce Verde. Dal 1923 al 1926 era stato il 9° presidente dell’Inter;
VENANZI NELLO, nato a Rieti, domiciliato in Milano in Via Principe Umberto 27 (oggi via Turati). Combattente della grande guerra, avvocato, principe del Foro di Milano. Già presidente della Croce Verde A.P.M. nel 1923;
VIGNOLO ALDO, commerciante, nato ad Orbassano (TO), abitante in Viale Romagna 10, domiciliato a Milano in Via dell’Orso 16, già comandante corpo militi e segretario generale della Croce Verde A.P.M. Nel 1953 sarà eletto presidente della Federazione Lombarda Pubbliche Assistenze;
BESANA GAETANO, nobiluomo, conte, cavaliere, rappresentato dall’Avv. Venanzi perché impossibilitato a presenziare.

I dieci reduci, “… ritenuto che la Croce Verde A.P.M. , senza consultazione del suo consiglio di amministrazione, senza voti di assemblea ma per deplorato consenso del suo presidente in carica, fu costretta a sospendere la sua attività in quanto fu sciolto il suo corpo militi volontari e le sue autolettighe e tutto il materiale d’officina e quanto altro di proprietà della Croce Verde A.P.M. fu gratuitamente trasferito alla Croce Rossa italiana, deliberano di ricostituire la Croce Verde A.P.M. secondo il suo statuto ed i suoi regolamenti.. e di richiedere alla C.R.I. la restituzione delle autolettighe, dell’officina e di quanto altro di proprietà, affinché la Croce Verde A.P.M. possa riprendere la sua piena attività assistenziale e di pronto soccorso. I soci presenti si costituiscono in Comitato Promotore per la ricostruzione della Croce Verde A.P.M. e nominano un Comitato Esecutivo di cui fanno parte i Signori Besana, Cattaneo, Ghidoli, Limito, Olivetti e Vignolo. Il Sig. Vignolo è nominato Segretario del Comitato Esecutivo e nel suo ufficio di Via dell’Orso 11 si terranno provvisoriamente le riunioni. La rappresentanza legale è affidata all’Avv. Venanzi”.

All’incontro sono presenti anche due rappresentati della Croce Bianca, l’Avvocato Cornaggia, poi senatore della Repubblica Italiana, e Giuseppe Pizzoni, con i quali si riconosce l’opportunità di costituire tra la Croce Verde A.P.M. e la Croce Bianca un vincolo federativo, da estendersi anche alle altre associazioni, “…tanto in Milano quanto in Italia, per dare vita ad una Federazione Italiana delle Associazioni di Assistenza e Soccorso”. È il preludio all’Anpas, che, fondata nel 1904 e sciolta anch’essa nel 1930, verrà ricostituita nel 1946.

Dopo questo primo incontro, il 5 giugno 1945 alle ore 18.00, si ritrovarono nuovamente nello studio dell’Avv. Venanzi, in Corso Monforte 26, otto dei suddetti soci, in presenza del Dottor Giosuè Antonio Longhi fu Carlo, Notaio in Milano, allo scopo di ratificare mediante atto pubblico quanto deliberato il 22 maggio 1945.  I presenti dichiararono quindi di aver ricostituito la Croce Verde A.P.M. secondo lo statuto già in vigore sino al 1930, che venne allegato all’atto dal Notaio.  La rappresentanza legale venne confermata all’Avv. Venanzi, a cui furono conferiti “…i più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell’ente, con tutte le facoltà occorrenti, quelle comprese di riscuotere somme sia da privati che da enti pubblici, da enti morali, rilasciando quietanze liberatorie”.

Il 2 agosto 1945 alle ore 21.00, presso il Salone di Palazzo Besana, in Piazza Belgioioso 1, già Sede dell’Unione Fascista dei Commercianti, si tenne la prima assemblea dei soci. Erano presenti in totale 88 soci.

L’Avv. Venanzi riferì ai soci che i membri del comitato esecutivo, per formare un primo fondo di cassa, avevano personalmente versato Lire 25.000 presso il Credito Italiano e che la Prefettura aveva assegnato un sussidio di Lire 94.000. Per quanto riguarda l’importantissima e capitale questione della Sede Sociale, l’Avv. Venanzi annunziò che il comitato sarebbe stato ricevuto dal Sindaco di Milano.

Il socio Conca propose che il Comitato Esecutivo Provvisorio venisse eletto a Consiglio Direttivo, integrandolo con i Soci Saracchi Ing. Mario, Musumeci Dott. Giuseppe, Marchini Luigi, Senigaglia Rag. Aldo, Cardosi Ugo,  Cameroni Arturo, Lombardini Comm. Primo, Manzoni Mario; l’assemblea approvò all’unanimità. Vennero decise alcune modifiche del vecchio statuto e fu riconfermata l’intenzione di richiedere alla Croce Rossa la restituzione del materiale della Croce Verde “indebitamente incamerato”. L’Avv. Venanzi, ringraziando gli intervenuti, concluse “…auspicando all’Ente benefico felicemente ricostituito il più brillante avvenire” ed esprimendo “…la certezza che tutti i Soci nel portare soccorso a chi soffre, senza distinzioni di opinioni e di fedi, realizzeranno un programma di vera fratellanza umana”.

Il 7 agosto 1945, il Consiglio Direttivo si riunì presso lo studio dell’Avv. Venanzi e deliberò di emettere un comunicato stampa che annunciasse alla città la rinascita dell’associazione. Il comunicato venne ripreso da vari quotidiani.

L’11 settembre 1945. a seguito di una richiesta pervenuta dal Comitato di Liberazione Nazionale,  venne  approvata la ricostituzione della sezione di Baggio.

L’8 dicembre 1945 una squadra di volontari appiedati con alcune tende prestò servizio all’Arena in occasione del giro podistico di Milano. Fu la prima uscita pubblica dell’Associazione.

Il vero problema era però trovare una Sede, cosa non facile nella Milano del dopoguerra, perché tutti i locali non danneggiati dalle bombe e non abitati dagli sfollati erano occupati dalle forze armate alleate o da partiti politici. Dopo molte e lunghe giornate di ricerche ed amarezze il 6 gennaio 1946 venne trovata provvisoria ospitalità in Piazza Buozzi, ora Piazza San Sepolcro 9, in alcuni locali a piano terra del Palazzo Castani. Il palazzo era un luogo storico, perchè al suo interno nel 1919 Mussolini aveva fondato il Fascio di Combattimento.

Il palazzo era stato la sede nazionale del Partito Nazionale Fascista dal 1921 al 1924 e del Partito Fascista Repubblicano dal 1943 al 1945. Dopo la Liberazione, era stato occupato da uffici di Polizia e Carabinieri, tutt’oggi presenti, e dal ricostituito Partito Socialista Italiano, che si offrì di ospitare in alcuni dei propri locali la risorta Croce Verde.

Vennero concessi 2 locali a piano terra, 2 nel seminterrato ed una autorimessa in cortile, purtropo sinistrata dalle bombe e da risistemare. Il consiglio deliberò l’installazione di una linea telefonica a cui venne attribuito il numero 14.314 e di una insegna sulla facciata. Vari quotidiani dettero la notizia.

Venne immediatamente promossa una pubblica sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari alla ripresa dell’attività.

Per riprendere in pieno l’attività restava da risolvere il problema più scottante, l’acquisto delle autolettighe. Il 17 gennaio 1946 il vice presidente commendator Mario Ghidoli risolse il problema, anticipando personalmente la somma di un milione di lire, necessaria per l’acquisto di due autolettighe Fiat 1100 L.

Ricevute le due autolettighe, il 26 aprile 1946 i volontari intervennero al trasporto dei feriti della rivolta del Carcere di San Vittore. Pochi giorni dopo, il 1 maggio 1946,  poté iniziare ufficialmente il servizio di pronto soccorso.

La Croce Verde era finalmente risorta.

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